Zlatan Ibrahimovic, che il 29 marzo proverà a portare la Svezia n Qatar, si è raccontato nel corso di un’intervista rilasciata al sito UEFA
C’è chi guarderà il Mondiale in Qatar da casa – ovvero il gruppo azzurro – e chi invece, a 40 anni, avrà ancora la possibilità di giocarlo da protagonista. Parliamo di Zlatan Ibrahimovic, il centravannti svedese del Milan che il 29 marzo si giocherà l’accesso alla kermesse mondiale sfidando la Polonia, passata di diritto in finale dopo l’estromissione della Russia.
Il gigante svedese, rientrato da poco a disposizione di Pioli, è pronto a compiere l’ennesima impresa della sua sfolgorante carriera. Già ma…a proposito della vita agonistica di Ibra, quando pensa di ritirarsi il centravanti scandinavo. Glielo ha chiesto, assieme a tante altre domande che hanno spaziato dagli esordi fino al recente ritorno nel Milan, la UEFA. Che attraverso il suo sito ha raccolto le confessioni verbali di uno dei personaggi più carismatici del mondo del calcio.
Ibrahimovic è sempre il ‘solito’: le sue confessioni
“Il futuro deve ancora essere scritto, non faccio programmi e vediamo cosa succede – ha esordito lo svedese -. Non intendo ritirarmi e poi dire che avrei potuto continuare, perché me ne pentirei per il resto della vita. Voglio giocare il più a lungo possibile. La realtà è che giocherò finché non vedrò qualcuno più bravo di me, quindi gioco ancora... So che un giorno mi fermerò e che non avrò più quell’adrenalina. Ogni giorno ci svegliamo, ci prepariamo, ci alleniamo, mangiamo e ci riposiamo. Il giorno dopo è uguale. Fai queste cose per 20 anni e in cambio ricevi adrenalina. Quando improvvisamente ti fermi viene a mancare tutto, allora devi ricominciare da zero e iniziare qualcosa di nuovo”.
Grande spazio alla sua seconda esperienza rossonera, che potrebbe portare ad un clamoroso Scudetto: “Gioco in rossonero con molta emozione perché il Milan è un club che mi ha dato la felicità, mi ha dato tanto e penso di aver trascorso più anni qui che in tutti i club che ho rappresentato. Adesso non sono io che rincorro il pallone, ma viceversa… C’è tanta competizione in squadra? No, non ci sono giocatori con un grande ego nel Milan di oggi. È stato bello tornare in Champions League con questa maglia. Dopo aver sfiorato la qualificazione per un paio d’anni, tutti erano molto contenti di tornare in una competizione così prestigiosa”, ha proseguito.
Infine, ancora una considerazione sulla sua persona: “Qualunque cosa mi accada, sarò sempre lo stesso e non cambierò. O piaccio o non piaccio, ma non sono nato per convincere la gente. Circondarsi di persone positive, di energia positiva, aiuta molto perché rende le cose più facili. Quando hai persone negative intorno a te, ti trascinano giù. È come se non volessero che tu abbia successo. Quindi il mio consiglio è: ‘È facile e tutto è possibile, ma dipende da te‘”.