Il Dg del club capitolino, intervenuto ad un evento in patria, ha spiegato nel dettaglio alcune dimaniche di mercato: è subito allarme
Ha avuto il suo bel da fare, questo è dimostrabile di fatti. Appena la finestra estiva di mercato ha preso il via, Tiago Pinto, il Dg della Roma, non si è lanciato in iperboliche trattative di acquisto. A differenza per esempio dell’Inter, che ha subito ingaggiato Marcus Thuram e Davide Frattesi – quest’ultimo seguito anche dal club giallorosso – il dirigente portoghese ha dovuto sistemare i conti, per rientrare nei rigidi parametri del Fair Play Finanziario.
Ecco che quindi, nel corso di tre settimane abbondanti – con qualche partenza perfezionata anche ad agosto – sono stati ceduti i vari Tahirovic, Volpato, Shomurodov, Reynolds, Carles Perez, Justin Kluivert, e tutti gli altri esuberi tecnici – chi più, chi meno – sacrificabili sull’altare del bilancio. Possiamo dire che, a parte gli arrivi a parametro zero di Houssem Aouar ed Evan Ndicka, il vero mercato della Roma sia iniziato tardissimo. Dopo la remunerativa cessione di Roger Ibañez all’Al-Ahli.
Proprio dell’operazione che ha portato il brasiliano, un titolarissimo di José Mourinho, alla corte del club saudita – ma anche di molto altro – ha parlato il dirigente portoghese nel corso dell’evento Thinking Football Summit, tenutosi ad Oporto. Ne sono uscite considerazioni interessanti, che però sottendono uno scenario tutt’altro che roseo per l’immediato futuro.
Tiago Pinto e lo spauracchio Saudi Pro League: le parole
“Ciò che succede con la Saudi Pro League già accadeva con la Premier verso l’Europa. È il mercato. Credo abbiano un obiettivo a medio-lungo termine e dobbiamo prepararci a quella realtà“, ha ammesso il braccio destro dello Special One. “Al momento non posso competere con l’Al Hilal e con il Manchester City, ma nemmeno con il Brighton. Quindi bisogna reinventarsi“, ha aggiunto il dirigente.
Non scopriamo l’acqua calda se sottolineiamo come il mancato accesso alla Champions League 2023/24 – che sarebbe potuto arrivare se la Roma l’avesse spuntata sul Siviglia nella finale di Europa League di Budapest – ha influito pesantemente sulla capacità di manovra in sede di mercato.
I giallorossi, più di altri, hanno dovuto innanzitutto vendere prima di comprare. Col risultato di dover attendere la cessione del big – in questo caso l’ex Atalanta – prima di affondare il colpo sull’attaccante che mancava in rosa. Il futuro però, si presenta se non a tinte fosche, quanto meno incerto. Difficilmente arriveranno grandi colpi, soprattutto se sulla scena contiueranno a dominare le sterline inglesi e i petroldollari arabi.
IL CALCIOMERCATO NON FINISCE MAI:
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