Juventus, continua il ciclone del caso Suarez: esce allo scoperto anche l’avvocato Maria Turco, con una dichiarazione ufficiale 
Continua a tenere banco, in casa Juventus (e non solo), la questione Suarez. Dopo lo scandalo tirato fuori dalla Procura di Perugia, continuano ad emergere nuovi dettagli sul caso che sta monopolizzando le prime pagine nazionali. Stavolta, è protagonista l’avvocato Maria Turco (tra le persone coinvolte, secondo l’indagine della Guardia di Finanza), attraverso una dichiarazione ufficiale rilasciata a mezzo stampa.
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Juventus, caso Suarez: l’avvocato Turco fa chiarezza
“Nelle mie funzioni di legale ho messo in contatto lo staff del calciatore Luis Suarez con l’Università per Stranieri di Perugia. Tale contatto faceva seguito alla verifica dei requisiti necessari per l’ottenimento della cittadinanza italiana e alla constatazione che il calciatore non fosse in possesso del certificato B1 richiesto dalla normativa in vigore. Quest’attività di contatto è riscontrata nelle mail intercorse tra l’entourage del calciatore e l’ente universitario, nelle quali, per pura cortesia, la sottoscritta è in copia conoscenza ma non destinataria. In altre comunicazioni, dello stesso tenore, ho interloquito con il Servizio Relazioni Internazionali Erasmus e Mobilità della stessa università per avere e trasmettere indicazioni burocratiche circa l’erogazione del corso online e eventuale successiva iscrizione all’esame in oggetto.
Preciso che le mie parole, captate con intercettazioni telefoniche, sono state oggi, evidentemente per necessità di sintesi, riportate fuori contesto e in maniera incompleta. Proprio nel corso di quelle conversazioni telefoniche, infatti, ho espresso chiaramente la richiesta che la procedura di esame avvenisse, come previsto, “in presenza” e senza alcun tipo di trattamento di riguardo rispetto a qualsiasi altro candidato. Presumo che un’analisi attenta di tali conversazioni potrà dimostrarlo senza ombra di dubbio.
Quanto al riferimento ad “altri calciatori”: è del tutto evidente che, trattandosi della prima volta che seguivo una vicenda collegata alla certificazione di conoscenza della lingua italiana, le mie parole siano da interpretare come un bagaglio di conoscenza procedurale da utilizzare per casi futuri, solamente laddove ce ne fosse la necessità. Nessun accordo dunque. Nessuna trattativa. Semplicemente una presa d’atto.
Come noto alle cronache, peraltro, il calciatore non è stato tesserato in Italia e la società che, in quella fase, si era interessata a lui, aveva poi esplicitamente cambiato obiettivi di mercato.
Rimango a disposizione delle Autorità competenti, laddove lo ritenessero, per fare ulteriore chiarezza del mio operato professionale”.
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