Zeman ha parlato, in maniera diretta e netta, del caso calcioscommesse: si è mostrato decisamente in disaccordo con quanto deciso.
Il caso legato alle scommesse illegali sul calcio da parte di alcuni giocatori sta continuando a tenere banco in Italia, dopo aver preso il via nel corso della pausa per gli impegni delle diverse nazionali. In tanti hanno riferito la propria opinione e, tra questi, ha parlato anche Zeman allenatore del Pescara.
Quanto ha scosso e sta continuando a scuotere il calcio italiano nelle ultime settimane è stato letteralmente un fulmine a ciel sereno. Tutto è partito da Nicolò Fagioli, primo nome uscito alla ribalta della luce dei riflettori. Il classe 2001 ha deciso di collaborare con la giustizia e per lui la Procura ha stabilito una squalifica di 7 mesi dal calcio giocato.
In caso di scommesse, a maggior ragione illegali, sul calcio i calciatori dovrebbero prendere tre anni di squalifica. Ma con l’autodenuncia e le attenuanti si è andati avanti per patteggiamento e la pena si è notevolmente ridotta. Cosa che per Zeman non sarebbe giusta. E proprio di questo ha parlato il tecnico del Pescara in conferenza stampa quando gli è stata chiesta la sua opinione su quanto ha scosso il mondo del calcio. Le sue parole.
Zeman parla del caso scommesse: le sue parole sono nette e riguardano da vicino la decisione presa per Fagioli
Nel corso della conferenza stampa per Lucchese-Pescara, ha parlato il tecnico della squadra abruzzese. Zeman ha parlato così del caso legato allo scandalo delle scommesse illegali: “È una brutta cosa. Da tanti anni è uscito il divieto per i giocatori di giocare e scommettere. È scritto che ci sono minimo tre anni di stop, però in Italia no“. Parole perciò nette, quelle del tecnico, che si è sempre contraddistinto per il suo modo di essere diretto e spesso senza filtri.
“Le regole sono regole – ha continuato Zeman – ma in Italia le regole stesse non si rispettano. Se uno perde tre milioni (Nicolò Fagioli, ndr) un problema ci sarà. Si dice che è una malattia, ma non credo siano tutti malati perché i malati veri di solito stanno da un’altra parte”. Insomma, il suo giudizio per quanto accaduto con Nicolò Fagioli e quanto poi deciso per il centrocampista della Juventus (squalificato 7 mesi appunto per le attenuanti dovute alla collaborazione con la giustizia).
