L’arbitro Rocchi confessa: “Sul rigore di Maicon ho sbagliato”

ULTIMO AGGIORNAMENTO 10:20
Rocchi arbitro
Rocchi arbitro (Getty Images)

L’ARBITRO ROCCHI CONFESSA: “SUL RIGORE DI MAICON HO SBAGLIATO” / ROMA – Intervistato dalla trasmissione della Rai, Il Processo del Lunedì, Gianluca Rocchi ammette le sue colpe: a due settimane dalla contestatissima direzione di gara in Juventus-Roma, l’arbitro fiorentino si confessa. Rocchi spiega i momenti cruciali di quel match che tante polemiche ha sollevato: primo fra tutti il rigore fischiato a Maicon: “È stato un episodio anomalo – racconta l’arbitro – gestito in maniera anomala da parte mia. Dopo aver rivisto la partita, l’analisi più dura è stata proprio su quello. Una gestione non equilibrata della situazione probabilmente ha creato delle tensioni tra i calciatori e nei confronti dell’arbitro, potrebbe essere questa la chiave di lettura per capire poi cos’è successo durante la partita”. Una gestione di cui Rocchi si assume la responsabilità:”Credo di avere mille difetti ma soprattutto un pregio, di assumermi sempre le responsabilità delle cose che faccio. Mi assumo la responsabilità di aver fatto delle scelte, che sono state difficili. Noi siamo lì per decidere e ho cercato di farlo nel miglior modo possibile, senza ripensamenti o senza dubbi. È chiaro che poi quando prendi delle decisioni puoi creare tra i calciatori e nell’ambiente un clima di tensione o comunque di non accettazione. Da questo punto di vista una responsabilità credo di averla”. Due settimane difficili per il direttore di gara toscano, sempre sotto i riflettori e il suo nome sulla bocca di tutti gli appassionati: “Non sono state tra le più semplici: ho cercato di metabolizzare quello che era successo, stando in famiglia, con i miei figli, sanno che in questi momenti bisogna avere un po’ di pazienza in più perché me la prendo molto. Poi passa, però quando ricevo una delusione ci rimango male. E mi sono allenato più di prima per cercare di essere pronto per il rientro. Non è stato un periodo facile anche perché si è parlato quasi solo esclusivamente di questa partita”. Un mano è arrivata dal presidente della Roma, Pallotta, del quale Rocchi sottolinea il gesto: “Non mi permetto di giudicare nessuno, ma vorrei invece sottolineare le dichiarazioni del Presidente della Roma perché ha chiesto di abbassare i toni e credo che sia l’atteggiamento giusto”. Nessun dubbio invece sull’espulsione di Garcia, reo di aver mimato il violino. «Un gesto che non possiamo tollerare, non regolamentare. Mi è dispiaciuto in quel momento espellerlo perché non fa mai piacere allontanare un allenatore in particolar modo in una gara del genere, ma ho ritenuto corretto farlo. Io sono li per applicare il regolamento e non posso permettere un determinato atteggiamento”. Quanto alla sudditanza psicologia pro Juve, Rocchi è chiarissimo: “Quando arbitro la Juventus, arbitro una squadra come tutte le altre. Lo testimonia la mia storia. Il mio obiettivo è di essere il più equilibrato possibile nelle decisioni e non guardo assolutamente il colore della maglia”. In quel Juve-Roma le tensioni non sono state facili da gestire. “I calciatori pensano a giocare la partita. Sta all’arbitro riuscire a calmare gli spiriti e a portare la partita su dei livelli di accettabilità. A volte i calciatori potrebbero avere degli atteggiamenti migliori, però non sta a me educarli”.Rocchi spera che questa partita non macchi la carriera e soprattutto il futuro. “Mi auguro di no e credo di no. Nella carriera di un arbitro ci sono momenti dove le cose non vanno come dovrebbero andare. Credo che la qualità di un arbitro o di un calciatore non dipenda da una partita, credo sia giusto avere un momento di riflessione, di pausa, andare su partite di una fascia magari inferiore e poi tornare a livello alto. Parlare dopo la partita? Non sarebbe stata una scelta giusta”. Rocchi ora guarda avanti: “Non ce l’ho con me stesso. Mi sono reso conto che potevo fare meglio. Ho fatto quello che ho sempre fatto, dando il massimo. Non posso avere rimpianti. Quando fai l’arbitro conta anche la fortuna”.