Roma – Sono stati annunciati da poco i tre finalisti del Pallone d’Oro 2014. Leo Messi, Cristiano Ronaldo e Manuel Neuer si contenderanno l’ambito trofeo, ma c’è già chi pensa che si tratterà di una lotta a due tra l’asso del Real Madrid e il campione del Barcellona. Nulla di più sbagliato. Fermo restando che numeri e prestazioni sciorinate da CR7 nel corso dell’anno solare lo fanno ancora essere il favorito, ci sono diversi elementi che possono far pendere l’ago della bilancia dalla parte del portierone del Bayern Monaco. In primis, la voglia di rottura con la consuetudine che anima gli addetti ai lavori e i giornalisti chiamati ad eleggere i vincitori. In seno alla Fifa si ha l’impressione che il solito duello tra argentino e portoghese stia un po’ stancando e che, sfruttando una regola non scritta che ha spesso premiato i calciatori che laureatisi campioni del mondo nel corso dell’anno solare, sia la volta buona per tornare a premiare un ruolo come quello del portiere, mai come in quest’anno decisivo viste le prodezze compiute da Neuer con la Germania e con il proprio club di appartenenza. L’ultimo, e unico, estremo difensore a vincere il premio è stato Lev Ivanovič Jašin, nel 1963. Nel 2006 si pensava che Gigi Buffon potesse raccogliere l’eredità del portierone sovietico, ma alla fine fu Fabio Cannavaro a vincere. Al di là di queste sfumature concettuali e statistiche, ci sono anche delle considerazioni ‘politiche’ e diplomatiche da tenere in conto. Il pessimo trattamento riservato a Franck Ribery lo scorso anno non è stato dimenticato dal Bayern, che manifestò tutto il suo disappunto anche in forma privata a Blatter&co. La scadenza per inviare i propri voti fu posticipata in maniera poco cristallina e in molti è stata vista come una mossa per favorire Ronaldo che, nel frattempo, aveva trascinato il Portogallo ai Mondiali nello spareggio contro la Svezia. Per concludere c’è anche un discorso legato agli sponsor. Neuer e Bayern Monaco vestono Adidas, partner ufficiale della FIFA che lo scorso anno ha visto interrotta la lunga egemonia targata Messi (anch’egli uomo adidas) da CR7, testimonial principale della NIKE.
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