Dopo il flop della Nazionale Under 21 agli Europei, il ct Nicolato finisce sotto accusa: l’attacco è durissimo.
L’Europeo Under 21 in Romania e Georgia rimarrà una delle pagine più brutte del nostro calcio, e sotto diversi punti di vista. Una debacle del genere raramente si era vista nella storia del calcio italiano.
Con la sconfitta contro la Norvegia, la Nazionale allenata dal commissario tecnico Paolo Nicolato ha toccato il fondo, e alla luce di quanto è avvenuto il processo è inevitabile, con accuse pesantissime rivolte all’allenatore, per molti artefice principale di un flop difficile da digerire.
Nel momento di crisi che da anni sta vivendo il calcio italiano, il fallimento degli Azzurrini in questo Europeo non dovrebbe sorprendere. D’altronde, prima di Nicolato, alla guida della squadra dal 2019, hanno fallito negli appuntamenti che contavano praticamente tutti i suoi predecessori, da Ciro Ferrara a Gigi Di Biagio, passando per Devis Mangia.
Ma il modo in cui si è arrivati a questa eliminazione è ciò che maggiormente fa andare su tutte le furie gli appassionati di calcio, attraverso un percorso iniziato con errori arbitrali contro, poi a favore, e culminato in una prestazione scialba che ancora una volta mettere in luce due limiti del nostro movimento calcistico: la mancanza di talenti e la mancanza di coraggio. Due punti sottolineati da un durissimo attacco social arrivato proprio al triplice fischio della gara contro la Norvegia da parte di uno dei commentatori più esperti del calcio italiano.
Il fallimento degli Azzurrini non può essere lasciato passare come un errore di gioventù. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di un sistema in crisi. Perché il calcio resta per molti lo sport nazionale in Italia. Eppure la nostra rappresentativa manca al torneo olimpico dal 2008 e per la quarta volta, la prossima estate, sarà costretta a guardare le partite che si svolgeranno in Francia dal divano di casa. Non proprio il massimo per un movimento che vanta in bacheca cinque campionati europei, record condiviso con la Spagna.
Dall’Italia di Marchisio e Casiraghi delle Olimpiadi 2008, da quei tempi almeno tre generazioni di calciatori italiani hanno fallito l’appuntamento con la qualificazione. Ed è un’onta gravissima per il calcio italiano, come ricordato da Riccardo Cucchi, ex radiocronista e oggi commentatore di punta del nostro calcio: “La continuità dell’insuccesso è il dato più preoccupante“.
Ma cos’è che ha scatenato una crisi di questa portata? Secondo Cucchi, il maggior indiziato non è tanto il commissario tecnico, quanto la mancanza di talento nel nostro calcio. Perché se una volta vestivano quella maglia i vari Buffon, Totti, Nesta, Cannavaro e Albertini, da anni ormai i giovani non sembrano in grado di mostrare quelle capacità tecniche e tattiche che una volta erano indispensabili per arrivare in alto. E a quanto pare mancano anche di carisma.
“Manca il talento a un gruppo di giocatori abituati più alla tattica che alla fantasia e alla gioia di divertirsi mentre si gioca“, accusa Cucchi, che punta il dito contro un intero movimento ormai ossessionato dall’aspetto tattico del gioco fino al punto da dimenticare che il calcio resta fondamentalmente proprio un gioco.
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