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Mondiali 2010, il decalogo del pessimo allenatore

JOHANNESBURG (Sudafrica) – Dal sogno berlinese, all’incubo del leggendario Ellis Park. La storia di Lippi si chiude nel peggior dei modi, con la disfatta sudafricana che ha fatto urlare a tutto il mondo “vergogna”. Uno spettacolo indegno, celebrato anche all’estero dalla stampa internazionale: ‘Azzurri ridicoli’ (Espn), ‘Italia oscena’(As), ‘L’Italia in una catastrofe calcicistica’ (Spiegel).
Le colpe maggiori – e questa volta lo ha detto anche lui – sono da imputare a Lippi o meglio alla sua presunzione. Era convinto di poter fare – ma glielo hanno anche permesso – tutto da solo, di poter quasi rivincere un Mondiale senza campioni, ma solo con i suoi veterani e Juventini. La sua arroganza, e anche maleducazione contro i giornalisti definiti ‘banditi’ e ‘organizzatori di trappole per i giocatori’, non gli hanno permesso di leggere con più lucidità le critiche della stampa e dei tifosi, consapevoli da tempo del livello mediocre della squadra. Lippi ha così ignorato le indicazioni di tutti, è andato dritto per la sua strada, commettendo una serie infinita di errori e gaffe mediatiche:

Riportiamo un elenco degli errori più evidenti del tecnico ex Juve.
1) Considerare la Nazionale come una squadra sua e ribadire di non dover dare spiegazioni a nessuno sulle mancate convocazioni;
2) Fidarsi troppo del mediocre gruppo Juve (reduce dal settimo posto in classifica) e di un gruppo logoro e giocatori ‘bolliti’ davvero: GattusoCannavaro, Zambrotta;
3) Convocare giocatori reduci da reiterati infortuni: IaquintaCamoranesi;
4) Schierare calciatori immaturi e con le gambe tremolanti: Criscito, Marchisio;
5) Lasciare a casa gli unici talenti: CassanoBalotelli;
6) Portare in sudafrica troppi difensori inutilizzati: Bonucci, Bocchetti e Palombo schierato in partitella come centrale arretrato;
7)Lasciare a casa Borriello e poi far giocare Iaquinta come attaccante centrale…
8)Insistere con un inefficace Gilardino;
9) Ignorare la panchina per troppo tempo: Palombo (tra i più in forma), Quagliarella (l’unico che tirava in partitella), Maggio (un livello superiore a Criscito);
10)Confusione mentale, ben 5 cambiamenti di moduli in tre partite e soprattutto un troppo azzardato e presuntuoso 4-3-3 contro la Slovacchia. Con uno schieramento così, ci vuole un centrocampo al top e il De Rossi dell’ultimo match è un De Rossi al 7%. Ma Lippi anche questo non lo vedeva…

Lui come Domenech, quattro anni fa a contendersi la Coppa,  a casa con gli insulti, non per l’eliminazione, ma per lo spettacolo indegno offerto a dei tifosi che si sono sentiti presi in giro per troppo tempo. La consolazione più grande arriva, forse, così dal doppio addio del Campione e vice Campione del Mondo.

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Pubblicato da
Luciano Luca Grassi

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