Caos Juventus, nuove accuse e perquisizioni in tutta Italia

ULTIMO AGGIORNAMENTO 22:18

Le indagini sui conti della Juventus continuano: sono arrivate delle nuove perquisizioni da parte della Guarda di Finanza

La Juventus continua ad essere nell’occhio del ciclone. La Procura di Torino sta proseguendo la sua inchiesta contro i bianconeri con l’accusa di falso in bilancio. Per questo, stando a quanto riporta il quotidiano ‘La Stampa’ sarebbero partite delle nuove perquisizioni condotte dalla Guarda di Finanza di Torino.

Caos indagini Juventus
Andrea Agnelli, Maurizio Arrivabene © LaPresse

Il punto focale della ricerca sarebbero i documenti che riguardano i pagamenti condotti dal club durante il periodo di inattività legato al Covid. In quei mesi, infatti, come molte altre società, la Juventus si era accordata con i giocatori per le retribuzioni. Viste le indagini, però, la situazione pare non essere del tutto limpida alle autorità competenti.

Juventus, perquisizioni in tutt’Italia: il motivo

Sempre secondo ‘La Stampa’ le perquisizioni svolte in precedenza non avrebbero rinvenuto tali documenti. Per questo motivo sono stati controllati importanti studi legali non solo di Torino, ma anche di Roma e Milano.

Perquisizioni GDF Juventus
Andrea Agnelli, Juventus © LaPresse

La Juventus avrebbe, stando a quanto dice l’accusa, posticipato il pagamento delle quattro mensilità in cui i calciatori non hanno di fatto fornito le prestazioni. La dirigenza bianconera, in accordo con i calciatori, ha quindi rimandato tali pagamenti alla stagione successiva, ma omettendo la contestuale rilevazione a bilancio della posizione debitoria.

La situazione al momento è lontana da una effettiva conclusione. Di certo la pandemia ha condizionato negativamente le casse di molti club, che in un modo o nell’altro sono corsi a ripari per evitare crolli finanziari di grossa portata. L’inchiesta svolta dalla Procura di Torino alla Juventus è ancora in fase embrionale. I passaggi da fare per giungere alla luce in fondo al tunnel sembrano ancora molti.

Di Andrea Biasiolo