Inter, lunga intervista a capitan Zanetti

ULTIMO AGGIORNAMENTO 11:15

INTER ZANETTI – Javier Zanetti toccherà domani quota 519, come Beppe Bergomi, a 15 anni dal suo esordio con la maglia nerazzurra. Il capitano dell’Inter ha rilasciato una divertente intervista riassuntiva alla ‘Gazzetta dello Sport”:

Zanetti, la partita indimenticabile?

“Siena 2007, primo scudetto sul campo: era da un po’ che non piangevo così» .

La partita da cancellare?

“Dai che lo sa: 5 maggio 2002, la sensazione angosciante di un anno di fatica buttato via in meno di un’ora e mezza” .

E la volta che ha dato o preso più botte?

“Inter-Juve 1-0, gol di Djorkaeff. Date e prese, comunque: era una Juve tostissima, ma alla fine più o meno avevamo fatto pari”.

Il gol più bello: suo e non suo.

“Il mio a Verona, nel ’ 96: palla al piede fin quasi alla linea di fondo e pallone all’incrocio. Ma la rovesciata di Djorkaeff fu roba di un’altra categoria”.

Quando le è venuto più da ridere e da piangere?

“Quando Taribo West tirò la maglia in faccia a Lucescu: feci molta fatica a trattenermi. E quando Ronaldo si fece male contro la Lazio: se ripenso al silenzio dell’Olimpico mi viene la pelle d’oca ancora adesso”.

L’avversario che le faceva dire: “Che palle, oggi mi tocca giocare contro…”

“Nedved: quante volte ci siamo affrontati su quella fascia. Ricordo un’Inter-Lazio: 90’ a fare su e giù, senza fermarci mai, tutti e due”.

E il compagno che l’ha fatto sentire più sicuro?

“Giocare con Ronaldo e Baggio dava una sensazione di forza pazzesca”.

Quello più matto?

“Taribo West vince per distacco. Gliene racconto solo due, ma potrebbero essere venti, trenta. Lippi in allenamento gli fa “Taribo, accorcia sull’attaccante”: una, due, tre volte e lui niente. Lippi ferma l’allenamento: “Perché non mi ascolti?”. E Taribo: “Perché Dio mi ha detto di non accorciare”» .

E la seconda?

“Una sera invita me e Ivan Zamorano per una di quelle funzioni religiose che organizzava a casa sua: “Preghiamo un po’ e poi si cena”. Appuntamento alle sette: alle otto si pregava, alle nove si pregava, alle dieci si pregava. Ci ha dato da mangiare a mezzanotte” .

Il compagno più antipatico?

“Ciriaco Sforza non era antipatico, però non rideva mai: mai” .

Il talento più sprecato?

“Il Chino Recoba, e non sa neanche lui quanto: un po’ colpa sua e un po’ degli allenatori, ma ci ha rimesso il calcio”.

Lo scherzo riuscito meglio?

“Una volta Winter bruciò un paio di vecchie scarpe a Ince, che diventò pazzo. Quello riuscito peggio fu di Galante, quando a Napoli tirò un gavettone dalla finestra dell’hotel: venne fuori un casino…”.

Cinque immagini che le vengono in mente?

“Io che faccio gol contro la Roma (Inter-Roma 1-1, febbraio 2008) e Vieira che prova a inseguirmi ma smette subito: non mi fermava nessuno. Ince che fa riscaldamento tirando cazzotti a un punching ball e poi arriva fino sul campo a torso nudo: era gennaio. Simoni che rincorre Ceccarini quando non dà il rigore su Ronaldo. L’anno di Tardelli, avevano messo la doccia solare alla Pinetina, noi che ci guardiamo in faccia nel sottopassaggio e ci viene da ridere: gli avversari bianchi cadaverici, molti di noi abbronzatissimi. E poi una trasferta a Venezia, si andava allo stadio in traghetto: Ronaldo che si sforza di non vomitare e West che fa il turista e filma tutto con la telecamera” .

Fonte: www.calciomercato.it