MERCATO JUVE AGNELLI DEL PIERO BUFFON / Torino – Sette mesi al comando della Juventus per Andrea Agnelli. Sette mesi in cui la Juventus ha lavorato bene: le scelta di affidarsi a Marotta e Delneri si sta rivelando azzeccatissima, un mercato ben oculato e rivolto al futuro, il nuovo stadio ormai quasi ultimato che porterĂ profitti fondamentali e domani la possibilitĂ di agganciare il secondo posto battendo la Lazio a Torino. Ecco il bilancio dei primi mesi bianconeri di Andrea Agnelli che ha rilasciato una lunga e interessante intervista a Tuttosport:
Bene, Andrea. Sono trascorsi quasi sette mesi dal suo insediamento. Era il 19 magÂgio, tante cose sono successe. E’ possibiÂle tracciare un primo bilancio?
“Sono stati mesi difficili, di profonde traÂsformazioni. Il primo mattone è stato BepÂpe Marotta, la pietra d’angolo sulla quale abbiamo poggiato le basi per la rifondazioÂne della parte sportiva. Di comune accorÂdo, abbiamo scelto Del Neri e di lì è nato tutto. Le garantisco che per il momento soÂno estremamente soddisfatto”.
L’obiettivo numero uno della Nuova JuÂventus?
“Ricreare un gruppo fortemente compatto all’interno dell’azienda. E lì, intorno a queÂsta necessitĂ imprescindibile, è nata l’idea dello J- day, dove abbiamo coinvolto tutti i dipendenti, non solo i calciatori. Le motivaÂzioni sono fondamentali per conseguire riÂsultati di prestigio. A livello sportivo ci siaÂmo imposti di costruire una squadra che sia in grado di vincere tutte le partite per poi tirare le somme alla fine, senza dimenÂticare che continuiamo a essere in fase di costruzione”.
Quando assunse Marotta fu lapidario: prenÂdo il migliore su piazza…
“Del suo operato sono contento. Marotta ha portato con sĂ© uno staff importante, da ParaÂtici a Gianni Rossi. E’ gente che lavora con abnegazione, in loro vedo ciĂ² che desideravo vedere, ovvero la volontĂ di fare bene alla JuÂventus”.
Del Neri si è infilato all’improvviso tra BeÂnitez e Prandelli, non senza suscitare perÂplessitĂ . Veniva ritenuto poco incline a piloÂtare una grande squadra reduce da una staÂgione disastrosa…
“Una scelta condivisa da me e da Marotta. Comunque, Del Neri è stato messo nella conÂdizione di poter fare bene e qui entra in gioÂco la societĂ ”.
L’ultimo entrato è Pavel Nedved che si defiÂnisce suo consigliere personale piĂ¹ che conÂsigliere di amministrazione…
“E’ il valore aggiunto della societĂ . RappreÂsenta una cassa di risonanza non solo per me ma per gli altri dirigenti. Pavel sa cosa signiÂfica scendere in campo e vincere, non a caso mi/ ci ricorda che una volta, rientrati nello spogliatoio dopo un pareggio, regnava semÂpre il disappunto. Questo spirito deve trasfeÂrirlo nel nostro Cda”.
Tifosi che sognano lo scudetto. Una paroÂlaccia, una pia illusione o una promessa pericolosa?
“Nel dna della Juventus era e resta l’obietÂtivo principale. Quest’anno, perĂ², non diÂmentichiamoci da dove arriviamo, cioè da meno 27 in classifica e da una squadra deÂmoralizzata… Promettere lo scudetto siÂgnifica generare aspettative enormi, proÂvare a vincere tutte le partite no”.
A proposito di scudetti: del passato reÂcente rimane da risolvere la grana dei tiÂtoli revocati…
“Abbiamo presentato un esposto al presiÂdente federale Abete. Il quale ha tenuto a precisare che i duecento giorni contati da noi sono diversi dai duecento contati da lui. Veda: tra un po’ diventeranno diversi anche per noi e cominceremo a chiedere spiegazioni… Quanto al processo di NapoÂli, aspettiamo la conclusione del procediÂmento, nel caso in cui verrĂ accertata la correttezza dell’operato della societĂ consiÂdereremo eventuali azioni per la riasseÂgnazione dei titoli “.
Con l’Inter sono scintille sempre. Lei e Moratti…
“Cosa vuole… E’ giusto punzecchiarsi, sennĂ² che derby d’Italia sarebbe? La rivaÂlitĂ tra Juventus e Inter nasce tanti anni fa…”.
L’eliminazione dall’Europa League le ha provocato qualche disagio?
“Per ricostruire una mentalitĂ vincente biÂsogna tornare a vincere. L’eliminazione mi ha dato fastidio ed è dovuta a errori di gioÂventĂ¹ nelle prime gare, a scarsa determiÂnazione negli appuntamenti centrali e a una sfida anomala in Polonia. Si ricordi di Nedved e della sua cattiva accettazione persino di un pareggio… “.
Nomi: Sissoko e Salihamidzic in uscita, un attaccante e un esterno basso in enÂtrata. Ci siamo?
“Ci siamo? Marotta, Marotta…”.
Catenaccio purissimo. Per lo meno, lei puĂ² chiarire un passaggio: l’investimenÂto o gli investimenti massicci sono riÂmandati a giugno?
“Non c’è alcuna prevenzione al riguardo. Se si profilano condizioni favorevoli, si posÂsono fare anche a gennaio. Nell’ottica di una logica patrimoniale e sportiva”.
In tema di mercato ci sono due casi spiÂnosi. Il primo: Gigi Buffon. Lui sostiene di voler rimanere, anche in forza al conÂtratto che scade nel 2013, voi come vi comportate?
“Buffon è uno dei migliori portieri del monÂdo, gli resta ancora un mese di degenza doÂpo l’intervento subito alla schiena. Ma mi fa piacere che Storari non lo abbia fatto rimpiangere”.
Il secondo: Del Piero. Il suo contratto terÂmina a giugno 2011: rinnovate con il caÂpitano?
“Con Alex ci conosciamo da sempre, ha tutÂta la mia stima e la mia ammirazione. Al momento opportuno ci siederemo intorno a un tavolo e valuteremo il futuro. Avendo 36 anni, vorrei capire da lui come si senÂtirĂ tra sei mesi e non oggi. Tra sei mesi, quando gliene mancheranno cinque ai 37. Penso che non ci saranno problemi…”.
Subito una spina: anzi una stella di troppo, Zibì Boniek…
“La questione è stata presa sul serio. Boniek non rientra nei parametri, come non rientraÂno Jugovic e Paulo Sousa, inseriti anche loro per meriti sportivi. Stiamo valutando se esiÂstono strumenti per indire una nuova votaÂzione”.
Fonte: calciomercato.it