Calcio, Dunga a ruota libera sul calcio italiano

ULTIMO AGGIORNAMENTO 14:55

DUNGA JUVENTUS FIORENTINA MELO – “E’ bel­lo sapere che finalmente tut­ti apprezzano il mio Felipe“, esordisce così Carlos Dunga in una lunga intervista rilasciata a ‘Tuttosport’ per presentare la partita di sabato sera Juventus-Fiorentina, dove il ‘suo’ Melo sarà ancora una volta colonna portante dei bianconeri.

Lei è stato l’unico a non ab­bandonarlo mai, anche quando lo scorso anno fati­cava a inserirsi nella Ju­ventus.
Felipe oltre che un ragazzo in gamba è un campione. Ve­derlo giocare così bene, come ai tempi della Fiorentina, mi fa un grande piacere.

Lei lo conosce bene: cos’è cambiato in una estate?
Beh, la Juve ha cambiato molto… Di sicuro il nuovo ambiente e il nuovo gioco lo hanno aiutato a esprimersi sui suoi livelli. Per Felipe sentire la fiducia di tecnico e compagni è fondamenta­le.

Lo ha aiutato anche lei in estate, nel momento di mas­sima delusione post Mon­diale, a non lasciare il cal­cio?
Ci siamo sentiti, come ci sentiamo spesso adesso. L’e­liminazione lo aveva abbat­tuto, è vero. Felipe però è troppo innamorato del calcio, sapevo che non poteva mol­lare tutto.

Il paradosso è che adesso che gioca bene nella Juve non è più nel Brasile.
Per me Felipe meriterebbe una nuova chance in Nazio­nale. Non vado oltre, però: è giusto che Menezes chiami i giocatori adatti per il suo ti­po di calcio. Non mi piace parlare delle scelte degli al­tri.

Felipe cosa le racconta del­la nuova Juve?
E’ soddisfatto del rapporto che ha instaurato con Del Neri e con il nuovo gruppo. Per il resto è sempre lui: un ragazzo innamorato del pal­lone che vuole vincere sem­pre.

Lei la Juve la considera da scudetto?
Il campionato è equilibrato. La Juventus se la giocherà fino alla fine con tutte le al­tre. Compresa l’Inter, che presto risalirà.

Perché tanta fiducia nell’In­ter?
E’ una squadra con caratte­re. Benitez sta pagando i troppi infortuni e il post Mondiale. Leggo tante criti­che a Maicon: è stato decisi­vo per 5 anni, un calo è nor­male. E’ un essere umano. Lo stesso Barcellona, seppur fortissimo, non sta giocando come in passato.

Tornando alla Juve: molti definiscono l’attuale cen­trocampo ( Krasic- Melo-Aquilani- Marchisio) tra i più forti d’Europa.
E’ sicuramente uno dei più attrezzati. Aquilani e Felipe si integrano bene. E Kra­sic…

Krasic ha stupito anche lei?
In Russia l’ho visto giocare diverse volte e non era così devastante. Il sistema di gio­co della Juve ne sta esaltan­do le qualità. Se fossi ancora ct del Brasile proverei a na­turalizzarlo…

Alla Juve viene accostato anche il baby brasiliano Neymar.
Ottimo attaccante: veloce e tecnico.

Neymar ha solo 18 anni: è pronto per un salto così grande?
Ha grandi qualità, però è un ragazzino. Dipende sempre da come si ambienta. Per ca­pirci: non si può pensare che Neymar risolva tutti i pro­blemi. Può essere un valore aggiunto in un contesto or­ganizzato. Io ci scommette­rei.

Che dice dell’ultima notta­ta di Ronaldinho?
Bisogna vedere come sono andate davvero le cose. Tan­te volte si esagera. L’impor­tante è sempre il rendimento in campo.

Da questo punto di vista non va meglio a Ronal­dinho…
Il Milan ha tanti campioni e Allegri fa bene a fare le sue scelte.

A Ronaldinho è successo il contrario di Melo: poco uti­lizzato nel club ma richia­mato nella Seleçao.
Ogni ct ha le proprie idee. Non dimenticate però che ora in Nazionale non può an­dare Kaká

Fonte: www.calciomercato.it