MILAN, Sacchi scrive una lettera sul “caso” Ibrahimovic

ULTIMO AGGIORNAMENTO 10:51

MILAN – Arrigo Sacchi torna sul battibecco avuto in televisione fra lui stesso ed il campione del Milan Zlatan Ibrahimovic. Lo fa attraverso una lettera, pubblicata sulla Gazzetta dello Sport:

“Credo che sia un diritto di tutti i cittadini poter esprimere in modo educato le proprie opinioni e convinzioni. E ancora di più che sia un obbligo per chi lo fa di professione. Se non dicessi quello che penso sarebbe una mancanza di rispetto verso chi mi ascolta e verso me stesso. Premetto che non ho nessuna prevenzione nei confronti di Ibrahimovic, anzi in trasmissione avevo appena detto che era stato bravo e che a Cesena, in occasione della sconfitta dei rossoneri, non era lui che aveva fallito. Ma mercoledì sera, nel dopopartita di Milan-Auxerre, Ibra in televisione si è scagliato contro di me con fare truce, sbagliando modi e toni. Ibrahimovic ha sbagliato i tempi. Io sicuramente non ho litigato con lui e mi sono soltanto limitato a rispondere con molta tranquillità che è un mio diritto esprimere opinioni, precisando che mai l’ho offeso o gli ho mancato di rispetto. Ma forse Zlatan era stanco dopo la partita oppure mal consigliato. Forse non sapeva neppure del grande affetto e della grande stima di cui mi onorano il presidente Berlusconi, il vicepresidente Galliani e la tifoseria rossonera in generale. Forse Ibrahimovic si è offeso perché l’anno scorso, quando giocava in Spagna, dissi e scrissi che il Barcellona aveva acquistato il più bravo solista del mondo per quanto riguarda potenzialità tecniche e fisiche, ma che un solista difficilmente si inserisce in un’orchestra. Però aggiunsi che, se Guardiola fosse riuscito a farlo giocare di più con la squadra e per la squadra, secondo i tempi corretti, cosa fondamentale nel calcio moderno, sarebbe diventato il più grande di tutti. Le cose purtroppo non andarono così e, interpellato sull’argomento, spiegai che il giocatore, pur dotato di un grande talento, non sempre era connesso con i compagni e quindi non usufruiva delle sinergie. Questo è il motivo per cui molte volte era forte con i deboli e debole con i forti. Tutto questo senza alcuna prevenzione nei suoi confronti. Senza alcun rancore, gli auguro il meglio e lo invito a rispettare maggiormente le opinioni tecniche, specialmente se espresse da una persona che qualcosa nel calcio ha fatto”